Francolino di monte

TETRASTES BONASIA

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    e chi lo sà....

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    Il francolino di monte è un uccello della famiglia dei Fasianidi. Dalle dimensioni particolarmente contenute se confrontate a quelle di altre specie della stessa famiglia, il Francolino di monte misura circa 35 cm in lunghezza, mentre il piumaggio del maschio differisce da quello della femmina per l’evidente macchia nera sulla gola e la fascia orizzontale sulla coda. Entrambi i sessi invece sono caratterizzati dall’esteso piumaggio, che copre anche buona parte delle zampe.
    Il più piccolo della sua “famiglia”, il Francolino di monte si distingue per un udito estremamente sviluppato. Quando si sente minacciato si allontana dal bosco, di solito molto prima che cacciatori o semplici curiosi riescano a vederlo. Solo con molta fortuna è possibile udirne il canto o avvistarlo mentre “passeggia” su pascoli e radure, intento a procurarsi il cibo.

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    femmina © foto www.birdguides.com
    Il periodo ideale per udirne il canto è la primavera, quando inizia la “stagione degli amori”. In questa stagione si possono infatti ascoltare gli acuti richiami del maschio, in tutto e per tutto simili a dei forti fischi. Molto difficile da ascoltare – e anche da vedere – durante tutto il resto dell’anno, essendo un uccello particolarmente schivo che ama starsene nascosto nel fitto del bosco.
    Il Francolino di monte è un uccello diurno, particolarmente legato alla presenza di radure erbose nelle quali procurarsi il cibo. Legumi, frutti del sottobosco (fragoline, mirtilli, bacche in genere): questo il “menu” tipico del Francolino di monte, mentre i pulcini non ancora in grado di volare si nutrono anche di insetti e piccoli lombrichi.
    Boschi misti di conifere e latifoglie, ricchi di sottobosco e con ampie radure. Questo l’habitat ideale per il Francolino di monte, che a dispetto del nome non ama aree particolarmente elevate o impervie: lo si incontra di solito a quote altimetriche comprese tra i 700 e i 1.500 m.

    Un tempo diffuso sull’intero arco alpino, si è storicamente estinto su gran parte delle Alpi occidentali. Attualmente resiste in una fascia compresa tra la provincia di Vercelli a quella di Udine. Molto più diffuso in Europa, il Francolino di monte abita gran parte della porzione settentrionale del continente, mentre altre sottospecie nidificano tra Europa e Asia centrale e orientale.
    In declino in tutta Europa, il Francolino di monte ha visto una progressiva contrazione del proprio habitat riproduttivo a tutte le latitudini, tanto che attualmente la popolazione comunitaria non supera le 470-760mila coppie. Un declino moderato ma continuo, che a differenza di quanto avvenuto per altre specie protette nell’Ue non si è arrestato neppure nel decennio 1990-2000.
    Oggetto di tutela da parte della Direttiva Uccelli, la popolazione comunitaria di Francolino di Monte non raggiunge probabilmente un quarto della popolazione globale della specie. Ridottissima la frazione presente nel nostro Paese, pari a circa 5-6mila coppie, ossa non oltre l’1% di quella comunitaria.

    Storicamente estinto sulle Alpi più occidentali, il Francolino resiste tra Piemonte e Lombardia, dove però la situazione, almeno fino al 1990, poteva dirsi sostanzialmente negativa, mentre nel decennio successivo si è assistito a una lenta ripresa. Particolarmente dipendente dalla foresta – ma con associata presenza di ambienti aperti o radure ai margini – il Francolino di monte ha esigenze ecologiche abbastanza complesse, che impongono la presenza di ambienti diversificati, particolarmente ricchi di biodiversità.
    A condizionare le popolazioni di Francolino di monte nel nostro Paese sono stati sostanzialmente l’alterazione e il disturbo agli habitat riproduttivi, i cambiamenti climatici, il bracconaggio, l’alta mortalità dei pulcini alla schiusa e la sovrappopolazione in concomitanza con periodi di scarsità di cibo. Solo parte di questi fattori può essere spiegata con “cause naturali”, per esempio la fluttuazione periodica delle popolazioni, abbastanza tipica in questa famiglia di uccelli.

    Occasionalmente può essere favorito da episodi “eccezionali” quali incendi, forti tempeste di vento o di neve, in quanto episodi simili possono favorire la rinnovazione del bosco, particolarmente importante per questa specie. Resta il fatto che il Francolino di monte risente in modo particolare del disturbo e delle alterazioni ambientali dovute alle attività umane, in modo particolare quelle legate alle attività di gestione forestale e allo sfruttamento a fini turistici.
    Anche altri cambiamenti nell’habitat solo indirettamente legati alla presenza umana – repentine variazioni nelle condizioni meteorologiche e nella relativa disponibilità di cibo – possono influenzare molto la vita della specie, con particolare riguardo alla possibilità di sopravvivenza dei pulli. Nelle condizioni attuali, le densità più favorevoli di Francolino di monte sulle nostre Alpi non superano le due o tre coppie ogni 100 ettari, con una spiccata dipendenza al bosco solo parzialmente antropizzato alternato a malghe e baite circondate da prati e pascoli.

    A causa di questi fattori, l’areale di nidificazione della specie si è progressivamente ridotto. Gli stessi habitat tuttora idonei per il Francolino di monte non presentano le caratteristiche ideali per la specie, essendo compresi in aree particolarmente sfruttate a fini turistici, soggette a una gestione forestale intensiva e – allo stesso tempo – sempre meno utilizzate per pratiche agro-pastorali di tipo tradizionale.
    La mole di dati a disposizione degli studiosi a proposito della biologia riproduttiva del Francolino di monte è meno elevata rispetto a quella raccolta per altre specie. “Colpa” del comportamento particolarmente elusivo di questo uccello, difficilissimo da osservare, essendo intollerante al disturbo e estremamente diffidente rispetto a ogni tipo di presenza umana.

    Allo stesso tempo, la specie appare abbastanza legata ad attività umane essendo dipendente dalla presenza di prati e pascoli nei quali procurarsi il cibo. La progressiva perdita di biodiversità nelle nostre foreste – essendo la specie particolarmente dipendente dalla “produttività” del bosco – unita all’abbandono di molte attività agro-pastorali spesso sostituite dallo sfruttamento turistico potrebbe avere avuto, negli anni, conseguenze particolarmente nefaste sul Francolino di Monte.
    Arrestare il declino delle popolazioni – tuttora in calo o soggette a evidenti fluttuazioni – e favorire il recupero di quelle attualmente sotto-dimensionate appare fondamentale per garantire la sopravvivenza della specie nel lungo periodo. In particolare, la protezione della specie passa dalla tutela del relativo habitat, soprattutto per quanto attiene la delicatissima fase riproduttiva, con tassi di mortalità dei giovani che risultano allo stato delle cose troppo elevati per sostenere le popolazioni nidificanti nel nostro Paese.




    Fonte: www.uccellidaproteggere.it
     
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