Gracchio corallino

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    Il gracchio corallino è un uccello passeriforme della famiglia dei Corvidi. È il simbolo animale di La Palma, un isola dell'arcipelago della Canarie. Nero e splendente è il piumaggio, lunghe le zampe, di colore rossastro, così come il becco, aguzzo e leggermente incurvato verso il basso.
    Uccello prevalentemente sedentario, può compiere movimenti significativi soprattutto durante la stagione invernale, per procacciarsi cibo sufficiente. Parte fondamentale della sua dieta sono i grandi insetti, particolarmente abbondanti tra gli escrementi del bestiame al pascolo. Per afferrarli, il Gracchio corallino si serve del becco possente e aguzzo, leggermente ricurvo e dal caratteristico colore rosso corallo.
    Sui prati alpini non è raro imbattersi in folti stormi di gracchi – del genere corallino e alpino – che spandono nell’aria tersa il loro canto assordante. Il nome di questa specie, del resto, non potrebbe essere più appropriato: gracchia a lungo, appunto, specialmente quando si sente minacciato e per avvertire lo stormo della presenza di un potenziale pericolo. Di solito vittima dei rapaci, il Gracchio corallino li identifica talvolta come alleati. Altre volte è l’intero stormo di gracchi ad “infastidire” i rapaci, emettendo il tipico e costante richiamo.

    Minacciato da vari tipi di predatori – soprattutto rapaci – e predatore a sua volta verso i nidi di uccelli più piccoli, il Gracchio corallino in Italia popola di solito le regioni montuose, se pure, come detto, a quote inferiori rispetto all’alpino . D’inverno lo si può vedere a valle, raramente in pianura, mentre la nidificazione, composta di 4 o 5 uova, avviene in primavera, con la fase di allevamento dei pulli che si protrae anche oltre la metà di giugno, quando i pulcini escono per la prima volta dal nido.
    Il Gracchio corallino abita tipicamente aree a clima temperato, sia sulle coste che presso pareti rocciose. A differenza del “cugino” Gracchio alpino, predilige quote medio-basse, sia in Italia che nel resto d’Europa, dove vive e nidifica un po’ ovunque.
    In Italia è presente la particolare sottospecie erythrorhamphus , mentre la sottospecie nominale, oltre all’Europa continentale, è presente nell’intero bacino del Mediterraneo e nell’Asia centrale, fino alla catena dell’Himalaia. Non sempre i rapaci possono costituire una minaccia per questo uccello. In Spagna, ad esempio, è stata rilevata una “strana” alleanza con il Grillaio, un piccolo rapace diurno che difende le proprie colonie dai predatori e di conseguenza accrescendo il successo riproduttivo dello stesso Gracchio corallino, qualora le colonie delle due specie siano poste nel medesimo sito.

    Purtroppo, sia su scala “comunitaria” sia su scala pan-europea, la specie risulta da decenni in declino. Nel corso del Novecento si è rarefatta e localmente estinta in buona parte dell’areale, Alpi comprese. Il decremento non si è arrestato neppure in anni più recenti, pur passando da “largo” a “moderato” negli ultimi anni del secolo scorso.
    Attualmente, si stima nell’Ue una popolazione nidificante pari a 15-28mila coppie, 43-100mila quella complessiva europea. Largamente provata è una distribuzione storica sicuramente più estesa che, stando alle nostre latitudini, comprendeva di certo anche le Alpi centro-orientali, dove il Gracchio corallino appare attualmente estinto. Particolarmente degno di nota è il drammatico declino che ha coinvolto la specie già a partire dalla seconda metà dell’ottocento. Probabilmente, in Lombardia il Gracchio corallino era addirittura più diffuso, un tempo, del “congenere” Gracchio alpino. Di fatto, ora la specie risulta confinata al solo settore occidentale, e in particolare in Val d’Aosta (Gran Paradiso), alta Valle di Susa (e vallate laterali), Monviso e Alpi Marittime.

    Molteplici i fattori in grado di far luce su questo scenario. A parte fattori climatici ed episodi di disturbo diretto, la specie pare subire in modo particolare sia i lavori di gestione forestale sia il locale abbandono dei pascoli – talvolta conseguente all’istituzione di divieti – che riducono ai minimi termini gli insetti “coprofagi” – quelli appunto abbondanti tra gli escrementi – che costituiscono parte fondamentale della sua dieta.
    In generale, il Gracchio corallino necessita di ambienti con vegetazione assente o sparsa, ubicati nelle vicinanze di potenziali siti di nidificazione e alimentazione. Il pascolo – e solo occasionalmente i prati da sfalcio – costituisce l’habitat ideale per la specie, che risulta favorita in modo particolare dall’abbondanza di bestiame al pascolo. L’abbandono delle coltivazioni tradizionali e soprattutto delle attività di pastorizia che ha coinvolto gran parte delle Prealpi e anche molti siti appenninici hanno confinato questa specie in alcune aree localizzate, lontane dal disturbo umano e ove allo stesso tempo vi sia ampia disponibilità di siti per costruire il nido, così come una relativa abbondanza di prede.
    L’esito della riproduzione di questa specie appare infatti fortemente influenzato dalla disponibilità di siti idonei per l’alimentazione – aree con erba bassa – mentre a costituire un’ulteriore minaccia per la specie, oltre all’abbandono dei pascoli, è l’abuso di pesticidi connesso alla locale intensificazione delle pratiche agricole. Come avviene per altre specie insettivore, l’abuso di pesticidi è di per sé in grado di compromettere la vita del Gracchio corallino, causando la diminuzione o la scomparsa delle specie preda.

    È oramai acclarato come l’intensificazione delle pratiche agricole unito all’abbandono dei pascoli di media collina abbia avuto effetti fortemente deleteri su questa specie. Il sostegno a pratiche agricole tradizionali, con rotazione dei coltivi – in particolare l’utilizzo di aree a maggese sfruttato per il pascolo del bestiame – rappresenta un’ovvia per quanto importante indicazione di conservazione. Allo stesso modo, la specie può essere favorita dalla creazione di margini erbosi nei pressi dei coltivi e delle strade sterrate, mentre limitazioni all’uso di pesticidi appaiono importanti per recuperare, presso i siti più importanti di presenza, una buona disponibilità di prede.
    Sulla base delle informazioni note sull’ecologia riproduttiva del Gracchio corallino, è probabile che la persistenza della specie in Italia dipenda fortemente dal mantenimento – e dal locale incremento – di aree a pascolo e di altre porzioni di prateria ad erba bassa, soprattutto nei dintorni dei siti riproduttivi conosciuti o potenzialmente idonei. Tali siti di solito si trovano nelle vicinanze di pareti rocciose, con anfratti e cavità nelle quali la specie costruisce il nido, e questi stessi siti andrebbero in ogni modo preservati da un eccessivo disturbo da parte dell’uomo.



    Fonte: www.uccellidaproteggere.it
     
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