Gabbiano reale

LARUS MICHAHELLIS

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    Il gabbiano reale zampegialle o gabbiano reale mediterraneo è un uccello caradriiforme appartenente alla famiglia Laridi. È un uccello di dimensioni medio-grandi: raggiunge infatti una lunghezza di 55-65 centimetri, con un’apertura alare che può raggiungere i 150 centimetri, per 1,25 kg di peso. Maschio e femmina adulti presentano una livrea praticamente identica, con corpo e testa bianchi, dorso e ali grigio chiaro ed estremità delle ali nere con alcune macchie bianche. Attorno all’occhio è presente un sottile anello rosso, mentre il becco e le zampe sono gialle. I giovani mostrano una colorazione di base bianca, ma fittamente punteggiata di marrone. Solo dal quarto inverno la livrea va ad assumere l’aspetto definitivo dell’adulto.
    Il Gabbiano reale può emettere una grande varietà di schiamazzi e stridii, ognuno dei quali trasmette agli altri gabbiani un messaggio diverso. I pulcini emettono invece un pigolio molto acuto e facilmente riconoscibile.

    È una specie gregaria durante tutto l’anno, compreso il periodo riproduttivo, quando si raggruppa in colonie riproduttive. Si osserva in stormi numerosi specialmente in inverno, anche nelle campagne e presso fonti di cibo come le discariche di rifiuti urbani. Il Gabbiano reale è un buon volatore, e sfrutta la sua abilità per depredare altre specie di uccelli, compresi i propri simili, costringendoli a cedergli il cibo: un comportamento definito come “cleptoparassitismo”. Nonostante non abbia le caratteristiche di un predatore, si nutre di uova e nidiacei di altri uccelli e riesce a catturare anche i colombi di città. A questo proposito, non è raro avvistarlo anche nei centri urbani, ove può trovare cibo in abbondanza, in particolare presso depositi di rifiuti e discariche.
    Si nutre prevalentemente di pesce, ratti, animali morti e scarti dell’alimentazione umana. Da alcuni decenni i gabbiani reali hanno imparato a trovare cibo nelle discariche urbane, ma prelevano i rifiuti anche direttamente dai cassonetti dell’immondizia. Tra le sue prede vi sono anche altri uccelli, che catturano in volo – come storni e rondoni comuni – o prelevano dai nidi. Nidifica a terra su barene, isolotti e anche su manufatti, in particolare sui tetti in città, dove trova grandi quantità di cibo e assenza di predatori. Depone una o due uova, covate per 25-27 giorni, mentre i pulcini lasciano il nido dopo circa 40 giorni dalla schiusa: peculiare della specie è la macchia rossa presente nella parte bassa del becco, in prossimità della punta, che serve da riferimento ai pulcini per chiedere il cibo agli adulti durante lo svezzamento.

    Da qualche tempo considerato specie a sé stante – in precedenza lo si riteneva conspecifico del L. argentatus e del L. cachinnans – il Gabbiano reale è presente con la sottospecie nominale L. m. michahellis in Italia, Portogallo, Francia atlantica, Mediterraneo e Mar Nero. La sottospecie L. m. atlantis frequenta le Azzorre, l’isola di Madeira e le Canarie, spingendosi probabilmente fino alle coste del Marocco e della Penisola Iberica.
    In Italia sedentaria e nidificante, le sue popolazioni più importanti abitano Sardegna, Sicilia, isole minori e coste dell’Alto Adriatico. Meno abbondante nel resto della Penisola, anche se dagli anni ’70 del secolo scorso ha iniziato a colonizzare i grandi laghi interni (Lago Maggiore, Lago di Como, Lago d’Iseo, fino ai laghi di Bolsena, Alviano, Nazzano, ecc). Da qualche tempo lo si avvista con regolarità anche in grossi centri urbani quali Roma, Trieste, Genova e Livorno.

    Nel rapporto di BirdLife International del 2004 – ove viene assimilato al L. cachinnans – il Gabbiano reale risulta in incremento e viene quindi considerato specie sicura in tutta Europa.
    La popolazione italiana è stimata in 40.000-50.000 coppie, in incremento nel periodo 1990-2000, pari al 9-13% della popolazione continentale complessiva secondo il citato rapporto BirdLife: se si considera tuttavia il Gabbiano reale come specie a sé stante, tale percentuale salirebbe al 18-23%, conferendo al nostro Paese un ruolo relativamente importante per la sua conservazione.
    Come nidificante, la specie in Italia mostra un trend particolarmente favorevole: la popolazione attuale, che secondo i dati più recenti potrebbe raggiungere anche le 60.000 coppie, è praticamente raddoppiata rispetto a 30 anni fa.
    Abbondante e diffuso anche come svernante, il Gabbiano reale durante la stagione fredda si riunisce, già da gennaio, in colonie riproduttive che non di rado sfuggono ai censimenti in quanto interessano anche discariche e coltivi distanti dalle zone umide.
    Il Gabbiano reale è incluso nell’Allegato II/2 della Direttiva Uccelli, cioè tra le specie che possono essere cacciate soltanto negli Stati membri per i quali esse sono menzionate: l’Italia non rientra tra questi Stati. La specie non è inserita nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, non cacciabile in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).

    Il disturbo arrecato da parte dei turisti che frequentano le principali aree di presenza della specie, nonché la predazione ai nidi da parte di mammiferi come cani randagi, volpi e ratti rappresentano le principali minacce per il Gabbiano reale. La specie è inoltre esposta alla contaminazione da metalli pesanti e idrocarburi clorurati, e si registra un’elevata mortalità degli individui dovuta a ingestione di sostanze tossiche.
    Potenzialmente impattante è anche la distruzione e la trasformazione degli habitat riproduttivi a causa dell’urbanizzazione delle coste. Ciononostante, negli ultimi anni, le popolazioni principali sono state interessate da una crescita demografica notevole e la specie non pare, ad oggi, essere esposta a particolari fattori di rischio. Da sottolineare peraltro come tale incremento sia ampiamente spiegabile con la maggiore disponibilità di risorse alimentari di origine antropica, senza contare che la colonizzazione di nuovi ambienti – in particolare quello urbano – ha permesso alla specie di riprodursi in condizioni con ridotta pressione predatoria, favorendone l’ulteriore espansione.

    Similmente a quanto accade per gli storni, questa progressiva colonizzazione delle città mette in campo notevoli problemi di “convivenza” con l’uomo, specialmente quando la specie è presente nelle aree urbane con concentrazioni tali da arrecare disturbo in termini di rumore, sporcizia, aggressività verso altre specie. Da quest’ultimo punto di vista, un’eccessiva presenza del Gabbiano reale può avere un forte impatto sugli ecosistemi e sulla biodiversità, a causa del disturbo e della predazione che esercita su altre specie ornitiche e sui loro nidi. Potenziali conflitti si registrano anche con le attività di pesca, a causa dell’abitudine di questa specie di frequentare, con una certa continuità, le aree d’acquacoltura disseminate nelle lagune e lungo le coste, prelevando pesci d’interesse commerciale.
    Il Gabbiano reale si riproduce in colonie monospecifiche o miste; meno comuni sono le coppie isolate. Il successo riproduttivo può essere minacciato dal disturbo antropico.

    La specie mostra attualmente un buono stato di salute, tale da non richiedere particolari misure di conservazione. In ogni caso, poiché il territorio nazionale ospita circa un quinto della popolazione mondiale di Gabbiano reale, è opportuno vigilare attentamente sulle minacce che potrebbero influenzare negativamente l’andamento demografico delle principali colonie costiere, con particolare riferimento alle trasformazioni dell’habitat riproduttivo e agli effetti del disturbo arrecato alle colonie stesse da parte delle attività umane.



    Fonte: www.uccellidaproteggere.it
     
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    Gabbiano reale intento a minacciare i nidi di folaghe
     
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