Fistione turco

NETTA RUFINA

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    Il fistione turco è un uccello Anseriforme della famiglia delle Anatidi. Un’anatra dall’aspetto tozzo e dalla testa grossa, resa ancor più appariscente dalle sottili penne rossicce che formano sul capo una sorta di cresta arrotondata: il Fistione turco, soprattutto per quanto riguarda gli individui maschi, è inconfondibile. Specie molto silenziosa, frequenta specchi d’acqua e paludi contornati da una vegetazione fitta e rigogliosa, in particolare canneti, dove si sente protetto e al sicuro per costruire il nido.
    Molto accentuate le differenze tra i sessi. Il maschio adulto di Fistione turco presenta i tratti più caratteristici: ha la testa arrotondata arancione o rossiccia, con il becco e gli occhi rosso corallo e il petto nero. I fianchi sono bianchi, mentre il dorso è castano e le ali presentano sfumature rossicce. La femmina si distingue per il mantello bruno, le guance bianche e gli occhi scuri. La taglia media del Fistione turco è di 54-58 cm, con un’apertura alare che raggiunge in media gli 88 cm.

    Il verso del Fistione turco è poco conosciuto, essendo la specie piuttosto schiva e silenziosa. Gli ascolti effettuati hanno comunque rilevato una sensibile differenza tra i richiami dei due sessi. Il maschio alterna un verso acuto a uno sordo, mentre la femmina emette un suono più monotono e rauco.
    Per nutrirsi, gli individui di Netta rufina mangiano piante acquatiche, ma anche insetti, pesciolini, sementi, molluschi, germogli, lumache e larve. A differenza della maggior parte delle anatre tuffatrici, questa specie si nutre anche restando in superficie o senza immergersi troppo nell’acqua. Ma, quando si tuffa, può arrivare dai due ai quattro metri di profondità.

    I fistioni turchi depongono una covata l’anno, composta da otto a dodici uova e, in condizioni sufficientemente favorevoli, la specie non incontra problemi a riprodursi anche in cattività. Nei 26-28 giorni della cova la femmina abbandona le uova solo per i pochi istanti necessari per mangiare e bagnare il piumaggio. Una volta nati, i pulcini vengono protetti ancora per una trentina di giorni.
    È presente in Europa, Asia e Africa. Predilige comunque le zone settentrionali, anche se difficilmente si spinge a nord del 55° parallelo. In Italia nidifica in Sardegna e in altre residue aree umide del nord Italia, in passato diffuse sull’intera Pianura padana. Il suo nido è generalmente immerso nella vegetazione palustre ed è ricoperto di piumino, che la femmina si strappa addirittura dal ventre.

    Attualmente il Fistione turco è classificato come sicuro, con uno stato di salute favorevole sia a livello continentale sia in Unione europea. In Italia la specie è stata inserita nella Lista Rossa Nazionale e ne è proibita la caccia, essendo protetta dalla legislazione venatoria vigente.
    Sebbene la specie prediliga laghi di grandi dimensioni, moderatamente profondi, circondati da canneti e specchi d’acqua aperti, in Europa occidentale si è adattata anche ad ambienti più circoscritti. Si tratta spesso di piccoli specchi d’acqua – con superficie ricoperta da una fitta vegetazione di piante acquatiche emergenti – e circondati da alberi.

    In condizioni di questo tipo, il Fistione turco riesce a mantenere un tasso di involo medio di otto giovani per coppia. Eventuali influenze negative sul successo riproduttivo possono essere date, come per molte altre specie, da condizioni metereologiche avverse o da cambiamenti nei livelli dell’acqua, provocati da stagioni siccitose o piogge intense.
    Anche il degrado dell’habitat e l’attività venatoria rientrano tra le principali minacce per il Fistione turco. La specie risente in particolare dell’avvelenamento provocato dall’ingestione di pallini da caccia ed è talvolta vittima di reti da pesca a causa delle sue abitudini da anatra tuffatrice.

    Ma anche i frequenti peggioramenti della qualità dell’acqua possono mettere a rischio la sopravvivenza del Fistione turco, soprattutto se si determina una riduzione della concentrazione di Nitellopsis obtusa , alga fondamentale nella dieta degli individui di questa specie. Resta infine da sottolineare il fatto che la specie è potenzialmente soggetta al rischio di contagio di influenza aviaria.
    Ciononostante, in base alle osservazioni effettuate, è stato comunque possibile individuare alcune azioni da mettere in pratica affinché la popolazione di Fistione turco, che oggi risulta essere sostanzialmente stabile in Italia, possa intraprendere nel giro di alcuni anni un trend positivo.

    Prima necessità, un attento monitoraggio della popolazione nidificante. È inoltre importante garantire la conservazione dell’habitat nelle aree di sosta e svernamento. Questo vale per l’area sarda, ma anche per l’Italia meridionale e la Sicilia, che sono interessate dallo svernamento di popolazioni sempre più scarse provenienti dai Paesi dell’Est.
    Non è tutto: bisogna infatti prevenire eventuali forme di disturbo di natura antropica che possono essere da ostacolo alla sopravvivenza della specie. In questo senso sarebbe necessario un duplice impegno: in primo luogo per un controllo dell’attività venatoria illegale che tuttora insiste sulla specie e, poi, per la creazione di nuove aree adatte alla sosta dei fistioni turchi.



    Fonte: www.uccellidaproteggere.it
     
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