Basettino

PANURUS BIARMICUS

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    Il basettino, è un uccello passeriforme diffuso in Europa, Asia e Africa del nord. È l'unica specie nota del genere Panurus e della famiglia Panuridi. Il Basettino arriva dall’Asia, maschio e femmina presentano un piumaggio diversificato fin da giovani, quando la colorazione esterna del becco nei maschi ricorda l’arancio vivo, mentre nelle femmine appare marrone o verde oliva. In entrambi i sessi, comunque, il dorso è bruno-fulvo, e la coda molto lunga, caratteristica quest’ultima peculiare della specie. Il maschio ha invece il capo grigio-azzurro e due vistosi “baffi” neri, di cui la femmina è priva. Lungo 16 centimetri, di cui ben 8 occupati dalla coda, l’individuo adulto pesa attorno ai 14 grammi.
    Il Basettino ama nascondersi nel folto della vegetazione. Eppure, anche quando non è visibile, può essere facilmente riconoscibile per il suo canto, che ricorda il suono di un piccolo campanello. Si può così udire un sonoro e squillante “ping-ping”, che il Basettino emette mentre si sposta agilmente, in volo acrobatico, tra acquitrini e canneti.

    È una specie insettivora in primavera e in estate. Infatti, durante questo periodo, si nutre di larve e pupe di farfalle notturne, di chironomidi , coleotteri e piccoli ragni. Durante la stagione più fredda, grazie ad un mutamento istologico dell’apparato digerente, l’alimentazione diventa granivora. Per le popolazioni centro-settentrionali, la riproduzione inizia alla fine di marzo per concludersi ad agosto. Nel periodo che precede la deposizione delle uova i maschi compiono, come rituale di corteggiamento, delle evoluzioni in volo che terminano con l’accoppiamento, che avviene, generalmente, nel fitto del canneto. Subito la coppia inizia la costruzione del nido, posto tra le canne più fitte, a un’altezza da terra di circa mezzo metro. Alla cova contribuiscono entrambi i genitori. Il numero delle uova deposte – di colore bianco con fitte macchiettature marroni – varia da 4 a 6.

    L’areale di presenza del Basettino spazia dall’Europa all’Asia centrale. È la sottospecie nominale P. b. biarmicus ad abitare larga parte del vecchio continente, mentre in Turchia meridionale si troverebbe la sottospecie kosswigi , oggi probabilmente estinta. L’intera porzione orientale dell’areale è invece terreno d’azione della sottospecie russicus , segnalata in Europa centro-orientale, Russia, Turchia, fino alla Cina; ma anche in Italia, dove il russicus è stato avvistato in ben 5 regioni (Lazio, Toscana, Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia), per un totale di 16 segnalazioni.
    Non molto comune nel nostro Paese, il Basettino è diffuso soltanto nelle zone di canneto più conservate. La distribuzione delle località di inanellamento restituisce un quadro piuttosto dettagliato sulla distribuzione della specie in Italia e contribuisce, insieme ai dati di prima cattura, alla comprensione degli spostamenti talvolta anche importanti – e verosimilmente a carattere irregolare – che compie questa specie, storicamente considerata stanziale.

    Per tutti i birdwatcher che amano frequentare gli ambienti umidi, è una presenza ben conosciuta: soprattutto nelle stagioni autunnali e invernali, quando è spesso l’unica macchia di colore che si muove in un ambiente per altri versi bigio. A differenza di tanti altri Passeriformi, il Basettino è una specie monogama, anche al di fuori della stagione riproduttiva. Considerato da sempre sedentario, ultimamente si è scoperto che le popolazioni italiane e dell’Europa orientale e settentrionale compiono movimenti migratori durante la stagione post riproduttiva.

    Il Basettino è classificato come sicuro nell’Unione europea, con stato di conservazione favorevole anche a livello continentale.
    Attualmente, l’85% delle coppie è concentrato in tre regioni: Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, mentre il restante 15% è localizzato in Lombardia, Toscana, Umbria e Puglia. In Italia, il Basettino viene inanellato regolarmente, ma con numeri abbastanza ridotti.
    A supporto della forte “monogamia” che caratterizza la specie, va ricordato come le uniche due ricatture all’estero censite – entrambe effettuate in Repubblica Ceca – si riferiscano ad un maschio e a una femmina inanellati e ricatturati insieme, a confermare l’esistenza di un legame di coppia duraturo anche al di fuori del periodo riproduttivo.
    Il Basettino è considerato specie a più basso rischio nella Lista Rossa Nazionale. Risulta, inoltre, specie protetta in Italia ai sensi della legislazione venatoria (157/92).

    Non significativa a livello continentale, la popolazione italiana di Basettino rappresenta non più dell’1,4% del totale “comunitario”. Il trend negativo registrato sembra imputabile, almeno a livello locale, alla perdita di habitat connessa alla bruciatura dei canneti in periodo tardo-invernale (ad esempio in Umbria, nel Lago Trasimeno), alla variazione del livello idrico, ma anche alla presenza massiccia della nutria, che provoca trasformazioni nell’estensione e nella struttura dei canneti.
    Molto impattante sulla specie appare anche l’allagamento prolungato della lettiera delle canne durante l’inverno, in particolare quando seguito da freddo intenso; queste condizioni determinano infatti elevatissima mortalità di individui.

    Nell’ultimo ventennio il Basettino ha mostrato un drammatico decremento nel nostro Paese, pari, è stato stimato, anche al 90% degli “effettivi”. Sebbene le popolazioni della specie siano solite mostrare fluttuazioni anche notevoli, il decremento della specie, accompagnato da locali estinzioni, sembra in Italia particolarmente sproporzionato sia rispetto all’incremento che l’ha preceduto nel ventennio precedente, sia rispetto alle naturali fluttuazioni imputabili a fattori ambientali o meteoclimatici.
    Rispetto ad altre specie legate alle zone umide, il Basettino sembra risentire in modo particolare anche di alterazioni lievi dell’habitat riproduttivo, causate soprattutto da pratiche di gestione del canneto non compatibili con le esigenze della specie.

    Occorre avviare indagini mirate su ecologia e biologia riproduttiva della specie e sulle principali dinamiche di popolazione. Va infatti rilevato come – nonostante l’attuale situazione della specie risulti particolarmente allarmante – una corretta gestione degli ambienti possa portare a ricolonizzazioni anche nel giro di pochi anni.
    In termini conservazionistici, è molto importante sostenere, tramite opportune pratiche di gestione del canneto e altri interventi mirati, le principali popolazioni note della specie, le cosiddette “meta-popolazioni”, cioè gruppi composti da più nuclei occupanti un certo numero di zone umide relativamente vicine.



    Fonte: www.uccellidaproteggere.it
     
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