Codirosso comune

PHOENICURUS PHOENICURUS

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    Il Codirosso comune (Phoenicurus phoenicurus) è un piccolo uccello passeriforme in passato classificato nella famiglia dei Turdidi, attualmente attribuito alla famiglia Muscicapidi.

    Lungo 13-15 centimetri e dal peso non superiore ai 15 grammi, il Codirosso comune presenta un’apertura alare dai 20 ai 26 centimetri. Come suggerisce il nome, il tratto distintivo è la coda, dal color ruggine, in continuo movimento anche quando si posa. Il maschio presenta una colorazione nera sul dorso, la gola e la parte inferiore della testa, mentre le ali sono nere-grigiastre. Sulla fronte spicca una fascia bianca, che si fa via via più ampia con il passare degli anni. Zampe e becco sono neri, mentre il petto, i fianchi e il groppone tendono al fulvo. La femmina presenta un piumaggio che, nella parte superiore, assume una tonalità bruna, mentre il petto è di color ruggine sfumato, così come la coda. Gli individui più giovani presentano anch’essi sopraccoda e groppone fulvi, mentre il resto del piumaggio è picchiettato di puntini biancastri.

    Femmina
    Solitario e diffidente, il Codirosso comune passa gran parte delle sue giornate posato su pali, cavi o tetti, sempre in posizione “rialzata”, per individuare più facilmente le sue prede. I due sessi migrano verso le aree di nidificazione in momenti diversi: il maschio è il primo a partire e raggiunge la destinazione verso la metà di aprile; la femmina lo raggiunge alcuni giorni dopo. Nonostante la sua natura timorosa, nel tempo si è adattato molto bene ad ambienti popolati dall’uomo, tanto che oggi può risultare come una delle specie più comuni da osservarne all’interno delle città, soprattutto in giardini, parchi urbani, orti e frutteti.
    Il Codirosso comune si esibisce spesso nel canto mentre è posato su antenne, tetti o su qualche alto ramo. Il suo verso assomiglia a quello del Pettirosso ed è composto da note iniziali più rauche, a cui fanno seguito suoni più melodiosi. I cinguettii risultano particolarmente squillanti e vengono ripetuti in modo persistente.

    Il Codirosso comune è una specie monogama. Il periodo della riproduzione coincide in genere con il mese di maggio. È la femmina a occuparsi interamente della preparazione del nido, che viene costruito nelle cavità degli alberi o, nei centri urbani, nelle crepe e nei buchi dei muri. Il nido è realizzato con erbe secche, radici, muschio e piume e assume la forma di una coppa. La femmina depone dalle 5 alle 7 uova di colore bluastro, che cova per circa 15 giorni. Alla nascita dei pulcini, questi vengono nutriti da entrambi i genitori con insetti, ragni, vermi e lumache. A volte, alla fine dell’estate, la femmina riesce a portare a termine una seconda covata.
    Quando i piccoli escono dal nido presentano una livrea macchiettata e per qualche tempo rimangono nelle vicinanze del nido seguiti in continuazione dai genitori che li nutrono e li difendono da possibili predatori emettendo un caratteristico verso di allarme quando questi si avvicinano troppo.

    Aree ai margini delle foreste, zone confinanti con boschi misti o di latifoglie: è qui che si “nasconde” il Codirosso comune, specie assai schiva, che predilige comunque ambienti aperti o semi-aperti, come campi coltivati circondati da siepi e boschetti oppure brughiere con vegetazione rada. Ha una particolare preferenza per l’ambiente urbano in generale: infatti lo si incontra frequentemente all’interno dei centri abitati veri e propri.

    L’areale della specie comprende tutta l’Europa, estendendosi a Nord oltre la Norvegia e l’Asia settentrionale e, a sud, fino all’Africa nord-occidentale, dal Marocco all’Algeria. Durante il periodo dello svernamento, il Codirosso comune si sposta a sud del Sahara, in un’area che si estende dall’Oceano Atlantico al Mar Rosso, fino ad arrivare alla regione dei grandi laghi, in Africa centrale. In Italia, la specie si concentra nelle regioni centro-settentrionali, in modo particolare in Lombardia, Veneto, Toscana ed Emilia-Romagna. Nelle regioni meridionali la popolazione è molto meno numerosa: in Sicilia, dove il numero degli individui era già piuttosto limitato a inizi anni ’80, la specie risulta scomparsa.

    La specie in Unione europea è attualmente classificata come depleted, ovvero “depauperata”, e lo stato di salute risulta sfavorevole anche a livello continentale. Non è stato inoltre redatto un Piano d’Azione Internazionale o Nazionale sulla specie, che non è inclusa nella Lista Rossa Nazionale. In Italia il Codirosso comune, ai sensi della legislazione venatoria, risulta specie protetta e dunque non cacciabile.
    La popolazione nidificante italiana è stimata in 100-300mila coppie, pari al 15-21% della popolazione continentale. La popolazione italiana totale costituisce invece il 7-12% di quella dell’Unione europea e una frazione compresa tra l’1,5 e il 2% di quella continentale.

    Il Codirosso comune, specialmente durante il periodo della riproduzione, presenta esigenze ecologiche precise e mostra una scarsa adattabilità. Predilige boschi non troppo chiusi di larici e cembri, o boschi ai margini di torrenti. Si concentra principalmente a quote medio-basse, ma arriva a raggiungere anche i 2000 metri di altitudine sulle Alpi, mantenendosi generalmente nelle vicinanze di centri abitati.
    La necessità principale del Codirosso comune appare in definitiva quella di riuscire a individuare un punto protetto – come cavità di tronchi, ma anche buchi o crepe di edifici urbani – idoneo alla costruzione del nido. Per questo, un’intensa attività di deforestazione rappresenta una potenziale minaccia per la specie poiché incide sulla disponibilità di luoghi consoni alla nidificazione. La specie ha comunque sviluppato una certa capacità di colonizzazione di ambienti anche piuttosto diversi tra loro.
    A livello continentale, il Codirosso comune non risulta particolarmente in difficoltà per ciò che riguarda il successo riproduttivo, anche se nel nostro Paese le cifre sono leggermente inferiori alla media europea.
    Dalle ricatture dei soggetti inanellati in Italia risulta che la specie compie movimenti notevoli, anche fino a 2.500 km, spingendosi fino alle coste finlandesi e alla Russia centrale. Malgrado la specie sia protetta ai sensi della legislazione venatoria, la maggioranza delle ricatture sul territorio nazionale riguarda individui abbattuti illegalmente o catturati. Inoltre, i dati mostrano un’elevata mortalità: si calcola che circa il 90% degli individui giovani non riesca a superare il primo anno di vita.

    Gli studi riguardanti la popolazione italiana di Codirosso comune sono, allo stato delle cose, molto limitati e non sufficientemente approfonditi. È quindi necessario l’avvio di ricerche e analisi volte in particolare alla determinazione dei fattori che sembrano influenzare sensibilmente la qualità dell’habitat della specie e la sua potenziale idoneità alla nidificazione. Ulteriori studi dovrebbero individuare altri fattori potenzialmente importanti per la valutazione del trend e della dinamica delle popolazioni.
    L’andamento complessivo su scala nazionale della popolazione è in ogni caso difficilmente determinabile, in quanto a episodi di decremento e locale estinzione, si affiancano espansioni dell’areale. Come se ciò non bastasse, non sono disponibili dati relativi a buona parte delle regioni italiane, il che rende difficoltosa una stima realistica dello stato di salute della specie su scala nazionale. Tuttavia, data l’assenza di fattori di minaccia specifici per la specie è possibile affermare come la tutela delle aree in cui la popolazione risulta in decremento – unita a una più efficace salvaguardia dei siti di svernamento – rappresenti già di per sé un’importante azione di conservazione capace di garantire buone probabilità di sopravvivenza al contingente italiano della specie.


    Curiosità:

    - L’esemplare più longevo inanellato e ripreso in cattura registrava 6 anni di età e quello ripreso in regioni più lontane è stato individuato nel Sahara Occidentale;

    Codirosso spazzacamino
    - Una tra le specie con cui è più facile confondere il Codirosso comune è il Codirosso spazzacamino soprattutto tra femmine e giovani. Il Codirosso spazzacamino ha però colorazione più scura sia sulle parti superiori che in quelle inferiori.

    - Il codirosso, sino a pochi anni fa, era molto più frequente nei nostri boschi. Probabilmente anche le variazioni del clima e l’utilizzo di sostanze chimiche in agricoltura ne sfavoriscono la presenza.

    - Il codirosso in cattività non è una specie particolarmente semplice. La base della dieta è costituita da un ottimo mix per insettivori contenente poche percentuali di ferro. Vanno forniti insetti, come tarme della farina, camole del miele, piccoli grilli, cavallette, lombrichi. Gli esperti consigliano di farli bollire per poco tempo e poi bagnali con vitamine del solo gruppo B per prevenire problemi alle zampe e paralisi, frequentissime nei codirossi. Gradito anche tuorlo d'uovo sodo, frutta e verdura.
    Canto codirosso comune
    La coppia va tenuta separata, una volta raggiunta la primavera, i soggetti vanno stimolati all'estro aumentando gli insetti e poi uniti. Vanno tenuti sempre sotto controllo. Come nido va bene quello a casetta come per esempio quello degli Ondulati di colore. Sono animali affascinanti, che si affezionano a chi li segue, e sorprendentemente intelligenti. Con il codirosso è necessario però fornire insetti a volontà e svezzare a mano i piccoli. Difficilmente concludono lo svezzamento, poichè tendono a trascurare i piccoli in piccoli spazi. Si preferisce allevare a mano i nuovi nati per avere una maggior sicurezza, e per permettere ai riproduttori di fare una seconda covata.
    Ricordo però che è illegale allevare soggetti se di cattura.





    Fonte: www.uccellidaproteggere.it
     
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